Uno dei più grandi astronomi, Màdier, era un fervente cristiano. Mentre entrava in una nuova casa ad Hannover, disse: “Il primo libro che sarà introdotto in questa dimora sarà la Bibbia, la Parola di Dio. Ve la porterò io stesso”.
D’altronde, egli non portava soltanto la Bibbia nelle sue mani, ma anche nel suo cuore, ove essa aveva prodotto dei frutti per la vita eterna.
Martin Lutero esortava un suo parente: “Veglia, prega, studia la Parola di Dio; sii attento quando leggi!”.
Non leggerai mai troppo ciò che leggi,
non leggerai mai troppo bene ciò che hai letto,
non imparerai mai troppo ciò che hai imparato, non potrai mai vivere troppo ciò che hai vissuto!
J.N. Darby esortava: “Studiate la Bibbia con preghiera e cercatevi il Signore e non la conoscenza; questa verrà nello stesso tempo; ma il cuore è ben diretto quando vi cerca il Signore; l’occhio è puro e così tutto il corpo è pieno di luce”.
Il filosofo greco Platone, discepolo di Socrate, ha scritto queste notevoli parole: “Se non si può scoprire da se stesso la verità, bisogna scegliere fra le opinioni umane, la migliore è più sicura per stabilirvisi, come sopra una zattera, per attraversare la vita;… a meno che si possa trovare ad imbar-carsi sopra una nave più solida, sopra una parola divina, che ci conduce in sicurtà al termine del viaggio”.
Grazie al Signore, questa parola divina che il filosofo pagano desiderava, noi la possediamo, l’abbiamo, la possiamo e la dobbiamo tenere tutti nelle mani.
Prezioso privilegio, troppo poco apprezzato ai giorni nostri!
Nella sua ignoranza, Platone sentiva questa sete “di udire le parole dell’Eterno” (Amos 8:12).
Possiamo anche noi con questo mezzo benedetto “afferrare saldamente la speranza che ci è posta dinanzi quale ancora per l’anima, se non godia-mo ancora della certezza della salvezza.
Che la Parola di Dio ci accompagni fino al termine del nostro pellegrinaggio terrestre!
No Comment! Be the first one.