Nel linguaggio della Bibbia c’è differenza fra udire ed ascoltare, possiamo udire tante parole e suoni, ma essi permangono nella nostra mente, il più delle volte, meno di una frazione di secondo; invece, se ascoltiamo, facciamo sì che quelle parole che udiamo permangano nella nostra memoria e possiamo continuare a meditarle ed a ragionarci in seguito. Per questa ragione dobbiamo fare attenzione a ciò che ascoltiamo perché esso lascia un segno abbastanza profondo e potrebbe essere motivo di negatività.
Nei momenti di preghiera siamo più propensi a parlare a Dio di tutti i nostri problemi, di ciò che ci turba, di ciò che Egli dovrebbe fare per noi, per poi alzarci e continuare le nostre faccende, ma se per un solo secondo ci soffermassimo ad ascoltarlo, penso che Egli ci direbbe “scusa, posso parlare anch’Io?”. Siamo troppo presi da noi stessi, dalle nostre difficoltà, da tutto ciò che riguarda il nostro mondo per prestare ascolto agli altri e, cosa ancora più grave, a Dio! Senza sapere che, solo ascoltando Lui, saremo benedetti. Avviciniamoci per ascoltare (Ec. 5.1).
Nel verso 15 del cap. 8 dell’Evangelo di Luca troviamo scritto: “ma la parte di seme caduta in buona terra sono coloro che, ascoltata la Porola, la ritengono in un cuore onesto e buono e portano frutto con perseveranza”. Viene spontaneo chiedersi come sia riuscito Gesù a farsi ascoltare da così tante persone! Perché Egli aveva ed ha sempre un linguaggio sano, che porta incoraggiamento, voglia di vivere, pace a coloro che Lo ascoltano.
Tante volte desideriamo che gli altri ci prestino ascolto e, sopra ogni cosa, desideriamo essere capaci di ascoltare Dio. Il nostro Salvatore ci parla attraverso la Bibbia, altre volte con la predicazione o le parole di una persona che incontriamo, ed altre ancora Egli ci parla attraverso il creato ma siamo disposti ad ascoltarlo? Quanto più ti relazioni e dialoghi con una persona tanto più impari a conoscerla ed a riconoscere la Sua voce. Spesso ci chiediamo quale sia il piano di Dio per la nostra vita, ma passiamo poco tempo con Lui per farcelo spiegare. Solo se siamo disposti a stare insieme a Lui, impareremo ad ascoltarlo.
Se abbiamo dei preconcetti e pensiamo di conoscere Dio, allora non centreremo il nostro obbiettivo e falliremo. Siamo convinti che ci parlerà attraverso una pace interiore ma Egli potrebbe parlarci nella tempesta; vogliamo ascoltarlo nella predicazione, invece potrebbe lanciare un messaggio da un cartellone pubblicitario; siamo disposti a sentirlo nella salute ma non nella malattia… Dobbiamo mettere da parte i nostri preconcetti, altrimenti rischiamo di non riconoscerLo. In Giovanni al cap.10 dall’1 al 5 Gesù afferma che le pecore riconoscono ed ascoltano la voce del loro pastore, e nel verso 14 afferma
“Io sono il buon Pastore e conosco le mie pecore e le mie pecore mi conoscono”.
Non dobbiamo permettere a noi stessi, agli altri ed al “nemico” delle nostre vite di portarci via le Parole del nostro Dio. I messaggi che vengono inviati dalla società odierna sono innumerevoli: alcuni udibili, altri solo visibili ed altri ancora inconsci. A volte ci propongono di barattare la nostra integrità con una facile emozione, altre di scambiare le nostre convinzioni per un accordo oppure di svendere i nostri valori per un facile compromesso ma l’unico del quale fidarsi ciecamente è uno solo: Gesù Cristo!
Prestiamo ascolto a Dio e sforziamoci di ascoltare gli altri.
“Sia ogni uomo pronto ad ascoltare”