La piaga della società odierna : le slot machines
Nel 2009 le slot machines sono state legalizzate ed oggi il gioco d’azzardo è diventato la terza impresa italiana con un giro d’affari di 100 miliardi di euro l’anno ed in continuo aumento. Dopo il Giappone e il Regno Unito, l’Italia è il terzo paese al mondo per volume di gioco ed il primo per spesa pro-capite, circa 1450 € a testa l’anno. In Italia ci sono 15 milioni di giocatori.
Questa malattia, che in America viene considerata tale da 30 anni, si chiama ludopatia. In qualsiasi città italiana, quasi ad ogni angolo, sono nati dei piccoli casinò dove ognuno di noi può tentare la fortuna; questi posti si presentano, all’esterno, con vetrine piene di facce sorridenti, ragazze che esultano e signorine che ti offrono da bere. Dall’esterno è veramente difficile capire cosa accada all’interno perché la visuale è totalmente oscurata; una volta entrati, ci si rende conto delle fattezze del posto: illuminazione bassa, quasi in penombra e tendenzialmente bluastra, nessuna finestra che possa far filtrare il sole: in tali condizioni non si ha assolutamente la percezione dello scorrere del tempo.
Le slot presenti accettano non solo monete da 1 o 2 euro ma anche banconote da 5, 10, 20, 100 e 500 euro.
Per farti rimanere incollato alla macchina le studiano davvero tutte: dalle sale fumatori, che ti consentono di fumare mentre giochi, ai superalcolici offerti dai proprietari della sala.
Oltre ad offrire questi comfort, mettono in pratica delle furbizie, che servono a stordirti, come i piccoli altoparlanti, presenti sul soffitto, che amplificano il suono delle macchinette in tutta la sala creando così un mix ipnotico di fumo, alcol, suoni e luci. Il Censis, già nel 2011, aveva messo in allarme in modo molto chiaro circa la diffusione del “gioco d’azzardo patologico” essendo cresciuto notevolmente il numero degli Italiani che giocano i quali secondo alcuni dati forniti dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e relativi all’ultimo anno, sarebbero più di 17 milioni: tra questi, un milione è composto da persone che mostrano una forte dipendenza col rischio di sviluppare la ludopatia. Uno studio inglese ha evidenziato la sottile strategia psicologica del gioco d’azzardo; la nota sorprendente è che i circuiti cerebrali implicati nella gratificazione della vincita sono gli stessi di quelli che scattano nelle vincite mancate, cioè il cervello in quest’ultimo caso risponde alla perdita come alla vincita.
Inoltre la ricerca ha dimostrato che, quando il giocatore si rende conto di possedere valide capacità, la mancata vittoria incrementa la tentazione di riprovarci: in altre parole il gioco d’azzardo, avendo a che fare con il rischio, seduce perché permette un’altra possibilità e quindi l’ipotesi (infondata) di poterci riuscire.
Per effettuare questo studio, i ricercatori hanno reclutato un campione di 24 giocatori abituali sottoponendoli ad una serie di giochi d’azzardo al computer mentre effettuavano una scannerizzazione con la risonanza magnetica funzionale dei loro cervelli; essi hanno osservato specificatamente l’attività dei circuiti del piacere che producono il neurotrasmettitore della dopamina; i risultati mostrano che una mancata vincita produce una risposta dopaminergica, cioè un piacere mentale simile a quello provato quando si vince. Gli stessi strumenti che veicolano i giochi d’azzardo sono costruiti in modo da incrementare la distorsione percettiva di esser arrivati vicini alla vincita perciò il giocatore penserà che, continuando a giocare, avrà maggiore chance di farcela e che tutto sarà una questione di tempo – nel senso che egli pensa di riuscire prima o poi –; esiste, però, la possibilità di perdere economicamente molto più di quanto si pensava di guadagnare. In termini di rischio, i giochi d’azzardo non sono tutti pericolosi allo stesso modo; ci sono alcune caratteristiche che rendono alcuni giochi a maggior rischio di addiction (dipendenza) come ad esempio quelli che hanno stimoli visivi e sonori (che fanno perdere la cognizione del tempo) e quelli che permettono subito di “rifarsi”di eventuali perdite subite: le stesse slot machines, le videolottery o i giochi d’azzardo on line che permettono di giocare nell’anonimato totale a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Tutto ciò pone delle serie riflessioni su quanto accade nella società odierna che sponsorizza tale genere di droghe manipolatrici di cervelli. Per arrestare questo fenomeno negativo che crea dipendenza, la trasmissione di Italia 1 “Le Iene” ha realizzato lo spot “Basta con le slot machine” coinvolgendo i sindaci di sette città italiane che, provocatoriamente, hanno messo in gioco un monumento della propria città, facendo capire che per il gioco non si può rinunciare alle cose importanti della vita; lo spot è stato messo a disposizione di tutti per essere condiviso.
Come sappiamo, sono tante le forme di schiavitù che rendono l’uomo prigioniero; per potersi liberare da queste catene invisibili ma molto forti, la prima cosa da fare è rendersi conto che si è prigionieri; molti non si accorgono di essere schiavi dei loro vizi, pensano che non ci sia niente di male in quello che fanno e che possono smettere quando vogliono ma sappiamo perfettamente che non è cosi. La Parola di Dio, la Bibbia, afferma che la verità ci rende liberi (Giovanni 8:32); in altre parole essa ci illumina, ci mostra il sentiero da seguire dandoci le giuste indicazioni su cosa sia giusto fare e cosa sia sbagliato, su ciò che sia buono o dannoso per la nostra vita.
Altro passo da fare è quello di credere fermamente nella potenza di Dio: se pensiamo che Dio non ha la capacità di liberarci perché il vizio di cui siamo schiavi è troppo forte, gli stiamo impedendo di operare nella nostra vita, perché permettiamo al dubbio di fare breccia nel nostro cuore .
Dice bene la Parola di Dio quando afferma che ognuno di noi è schiavo di ciò che lo ha vinto o meglio di ciò che lo domina: se ti lascerai dominare dai tuoi vizi, certamente diverrai schiavo di essi; se il tuo vizio è potente, sappi che Dio è onnipotente e tu puoi ogni cosa in Cristo che ti fortifica, perché ciò che è impossibile a te è possibile a Dio. E’ chiaro che non basta la mano di Dio per liberarci da queste forme di schiavitù e di dipendenza ma è necessario anche il tuo contributo ed una ferma volontà di abbandonare questi vizi. L’atteggiamento di chi dice: “Io sono qua; se il Signore mi vuole liberare, lo faccia pure…”non èl’atteggiamento che il Signore approva. Pietro esortava i credenti a progredire nel cammino cristiano con queste parole: “Voi… mettendoci da parte vostra ogni impegno…” (2 Piet. 1:5); non è detto che la vittoria sarà immediata o che la lotta sarà indolore ma quel che conta è giungere alla vittoria, con l’aiuto del Signore non potrà che essere così! Tu puoi farcela , Gesù ti renderà libero !