La musica ha sempre fatto parte dell’uomo. Ci sono tracce storiche di strumenti musicali che vanno molto indietro nel tempo. Ad esempio, il più antico strumento al momento conosciuto è il flauto, di cui sono stati ritrovati reperti di 35000 e anche 40000 anni fa in varie parti d’Europa.
È sotto gli occhi di tutti che la musica può avere un effetto immediato sul nostro umore (sia in positivo che in negativo!). Credo che l’adolescenza sia la fase in cui tale influenza si manifesti in modo più evidente. Sono molti infatti i ragazzi che scelgono il tipo di musica da ascoltare in base all’umore: melodica/melanconica se sono tristi e non hanno alcuna voglia di reagire, heavy metal o rap se provano sentimenti di rabbia e ribellione, pop/rock per rilassarsi un po’, grunge per distinguersi dagli altri…eppure nella maggior parte dei casi, di fronte alla domanda “perché stai ascoltando questo”? la risposta è semplicemente: “perché mi piace”.
Il fatto che la musica possa influire sullo stato d’animo delle persone sia in positivo che in negativo è registrato anche nella Bibbia. Ad esempio, nel primo libro di Samuele si racconta che quando il Re Saul fu turbato da un cattivo spirito, fu chiamato Davide, un uomo guidato invece dallo Spirito di Dio, affinché suonasse l’arpa alla presenza del Re, e quando il cattivo spirito investiva Saul, Davide suonava l’arpa e Saul stava meglio.
Nel vangelo di Matteo viene anche raccontato che quando Gesù andò a resuscitare la figlia del capo della sinagoga, fece allontanare i sonatori di flauto; era infatti costume suonare e cantare per fare cordoglio in queste occasioni. E’ mia convinzione che allontanando i sonatori, Gesù volesse allontanare l’influenza negativa di quella musica malinconica sulla fede del padre della ragazza per ottenere la sua resurrezione.
Infine, nel Tempio di Gerusalemme ci fu un’intera dinastia dedicata a suonare e cantare continuamente, 24 ore su 24 canzoni di lode all’Eterno. Questo rendeva quel luogo, un luogo in cui il nome di Dio veniva lodato ed adorato continuamente, e quindi un luogo che poteva certamente avere una “buona influenza” per chi lo frequentava!
In tutto questo, come si pone la musica “comune”, quella che ascoltiamo tutti i giorni alla radio? Tutto quanto abbiamo visto finora dimostra che la musica può avere una grande influenza nella nostra vita. Ciò che ascoltiamo tutti i giorni può in qualche modo influenzare i nostri pensieri ed i nostri comportamenti. Non sono uno di quelli che “demonizza” la musica (eccetto quella dichiaratamente demoniaca, come quella dei gruppi che invocano il nome di satana), ma certamente ascoltare tutti i giorni attraverso la musica che il tradimento è trendy, che “sballarsi” fa bene, che fa bene a se stessi mandare ogni tanto la gente a quel paese… alla fine si penserà che tutte queste cose tutto sommato sono “normali”.
Concentrare invece la nostra attenzione su canzoni che ci invitano ad amarci l’un l’altro, che ci ricordano quanto siamo preziosi per Dio, che ci aiutano a riflettere su quanto ha fatto Gesù per noi, non potrà far altro che apportare benefici nelle nostre giornate!
In molte tradizioni religiose, o pseudo religiose, la musica riveste un ruolo estremamente importante. Ad esempio, nelle meditazioni buddhiste si fa molto ricorso ai mantra, formule rituali in sanscrito che, ripetute un certo numero di volte, assumono l’effetto di un suono ripetitivo che ha lo scopo di ottenere determinati risultati a livello mentale e fisico (si pensi al classico Om, pronunciato Aum). Questi mantra sono ripresi anche in pratiche oggi considerate di rilassamento, come lo yoga. Purtroppo è ben risaputo che i mantra buddhisti hanno una stretta correlazione con la magia e le formule magiche, quindi quello che a prima vista può sembrare un innocuo passatempo rilassante, può in realtà rivelarsi un’abitudine pericolosa per la propria integrità spirituale.
Per parlare di cose più di moda, si sta diffondendo sempre più un movimento chiamato New Age in cui, proprio con l’ausilio di particolari tipi di suoni e musiche, si ritiene di riuscire a venire in contatto con l’universo, con il tutto e, secondo alcune correnti, anche con entità provenienti da altre ipotetiche dimensioni. È facile rendersi conto di come tali pratiche possano sì aprire le porte ad altre entità, ma di natura spirituale e non certamente positive…
In conclusione, è mia convinzione che la musica possa e debba avere un ruolo molto importante nel nostro quotidiano, ma che debba essere nostra cura veicolare la nostra attenzione verso quanto di più costruttivo ci possa essere per la nostra mente, il nostro corpo e il nostro spirito. Combattere le nostre battaglie di tutti i giorni anche attraverso canti di vittoria, e fare come fece il popolo di Dio che, andando in battaglia contro popoli molto più numerosi e forti di loro, misero davanti all’esercito i cantori ed i suonatori per cantare a gran voce: “Celebrate l’Eterno, perché la sua benignità dura in eterno”; questa scelta ardita (di solito l’esercito è davanti nella battaglia!) permise al popolo di Dio di vincere la battaglia senza alzare un dito. Fu Dio infatti a sconfiggere il nemico per loro.
Lasciamo allora che la benignità di Dio cammini davanti a noi con canti di lode, ogni giorno, e le nostre battaglie saranno vinte da Dio stesso, per noi!
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