In questi tempi non passa giorno in cui non si apprenda qualche brutta notizia: leggendo un quotidiano o guardando la tv abbiamo la sensazione di essere circondati dalla violenza. Anche le epoche passate sono state segnate da guerre sanguinose ed efferati delitti ma sembra che l’uomo non faccia tesoro delle esperienze passate e che spesso ricada negli stessi errori.
La violenza è sempre stata, quindi, un fenomeno sociale che ha accompagnato le nostre vite e, nonostante i tentavi di arginarla, non è stato mai possibile eliminarla del tutto. In risposta a questo fenomeno Scotland Yard sta recentemente valutando l’idea di schedare il DNA di tutti i ragazzi con tendenza alla violenza che si presuppone diventeranno in età adulta quasi certamente dei criminali. Ma è davvero corretto pensare che si possa essere geneticamente destinati ad un futuro burrascoso?
Certamente l’indole può avere la sua influenza ma il più delle volte dietro un comportamento si celano profondi disagi e malesseri. Già in età giovanissima alcuni ragazzi cercano di imporsi sugli altri, di far prevalere le loro idee, di sentirsi più forti comportandosi in modo aggressivo ed arrogante.
In una società materialistica come quella attuale, dove l’apparire vale più dell’essere, si cerca la strada più facile per essere accettati:
le diversità non vengono apprezzate né comprese perciò il “gruppo” diventa l’unica realtà accettata. Alcuni ragazzi, forti della complicità dei compagni, si abbandonano ad azioni che da soli non farebbero mai, diventando temerari e violenti. In quei momenti è come se tutta l’educazione ed i valori morali svanissero per dare spazio a minacce, offese, scherni, violenza fisica, furti, vandalismo.
Questo dà luogo a ciò che gli esperti definiscono “bullismo diretto”; quello indiretto, invece, vede protagoniste maggiormente le donne e si fonda su pettegolezzi, discriminazioni, invenzioni di storie fantastiche per esaltare se stessi e sminuire gli altri.
Il bullismo senza dubbio danneggia l’intera società, impedisce lo sviluppo sociale del persecutore e della vittima, alimentando la violenza e la criminalità e, se non arginato in tempo, potrebbe trasformare i piccoli bulli in veri e propri criminali!
Per questo motivo credo che più che ragionare sulle cause genetiche di questo fenomeno sia meglio insegnare ai giovani quali siano i veri valori e che l’unicità della persona va rispettata ed apprezzata. Sarebbe opportuno integrare questi giovani e non isolarli, dialogare con loro e non sottovalutare i piccoli/grandi segnali di disagio che cercano di mandare.
Anche la Bibbia raccomanda di disciplinare i figli e di guidarli nella loro crescita: “Non risparmiare la correzione al fanciullo” sta scritto in Proverbi 23.13. E nella Parola di Dio si fa più volte riferimento alla violenza: “L’empio nella sua superbia perseguita con violenza il misero; essi saranno presi nelle macchinazioni stesse da loro ideate” (Salmi 10:2).
Dio odia chi copre di violenza la propria veste (Malachia 2:6), condanna chi offende, chi aggredisce gli altri verbalmente e fisicamente. Il Signore ci invita ad esercitare l’autocontrollo, come leggiamo in Proverbi 16:32: “Chi è lento all’ira val più di un forte guerriero, e chi domina il suo spirito vale più di chi espugna una città”. Ci invita inoltre a troncare una lite prima che si inasprisca (Proverbi 17:14) e a vivere in pace con gli altri, per quanto possa dipendere da noi (Romani 12:18).
La risposta dolce calma la collera (Proverbi 15:1), perciò cerchiamo di mettere in pratica gli insegnamenti del Signore proprio quando ci sembra più difficile: ne trarremo sicuramente dei benefici!