Era un inveterato ubriacone. Ogni sera ritornando a casa, un giustificato terrore entrava in casa con lui e si impadroniva di tutti i cuori.
La moglie non osava coricarsi prima del suo arrivo, temendo qualche violenza sui suoi tre bambini.
Una sera, tardi come al solito, la porta si aprì: “Dove sono i bambini?” – “Coricati; disse dolcemente la moglie.” – “Valli a prendere!”. La voce era imperiosa. La povera donna, tremante di paura, salì la scala che conduceva alla camera dei bambini. Essi dormivano.
La donna si inginocchiò e implorò la protezione di Dio sui suoi figli, poi li fece alzare dai loro letti e con loro ridiscese.
L’uomo li stava aspettando; li prese l’uno dopo l’altro sulle ginocchia, li abbracciò, e con la voce rotta dal pianto, disse loro: “Bambini miei, questa sera Iddio vi manda un vero padre”, volgendosi poi verso la moglie, aggiunse: “E ti rende tuo marito!”.
La donna credeva di sognare, ma l’uomo le spiegò il miracolo: “Passando per una via udì cantare un cantico; aveva voluto saperne di più, si era avvicinato; ed ecco l’Iddio d’amore lo aveva perdonato, salvato per grazia”.
Era una pecora perduta che era stata cercata e trovata dal Buon Pastore (Luca 15).
Ve ne sono ancora altre che il Pastore chiama e cerca. La pecora fugge, ma l’amore divino l’insegue, finché dura il tempo della grazia.
Ma questo tempo sta per finire!
Il cuore si stringe pensando che forse per uno dei nostri lettori è l’ultimo appello da parte del Buon Pastore.
Così insistiamo ancora: “Cercate l’Eterno mentre lo si può trovare, invocatelo mentre Egli è vicino!” (Isaia 55:6).