Per raccontarti la mia vita e di come il Signore l’ha cambiata, dovrò partire da molto lontano. Non sarà una cosa semplice ma cercherò di essere breve ed esauriente. Spero sinceramente che quanto segue possa esserti di forte incoraggiamento dimostrandoti che Dio può cambiare ogni situazione.
Capirlo per me non è stato facile perché non ho avuto un’infanzia dorata come quella di tanti altri bambini. I miei genitori erano disoccupati e di conseguenza non avevano una casa stabile per cui, poco dopo la mia nascita fui dato in adozione ad una famiglia presso la quale vissi per circa 6 mesi, in seguito decisero di mettermi in un collegio dove passai i primi tre anni della mia vita.
Quando le cose sembravano andare meglio, andammo a vivere in una pensione al centro di Roma dove abitammo in una camera singola. Le cose, però, non migliorarono, anzi, con il sopraggiungere di altri problemi mio padre si dette al bere e cominciò a picchiare mia madre anche davanti a me. Ricordo una scena che è ancora viva nella mia mente: dopo un ennesimo litigio con mia madre, mio padre le tirò un bicchiere e la colpì all’orecchio. Le uscì molto sangue e io rimasi come paralizzato, poi ci cacciò fuori dalla stanza. Per non allarmarmi troppo, mia madre disse che era tutto un gioco e che stavano scherzando ma, in seguito a quell’episodio diventò sorda. Non capivo un gran che della vita “normale” e non avevo nessun punto di riferimento. La scuola era solo un posto fatto per giocare e stare con gli altri bambini, un’isola felice, ma quando tornavo a casa le cose non erano cambiate.
Per altri quattro anni i rapporti familiari andarono avanti così, tra alti e bassi, tra furenti litigi e attimi d’impercettibile tranquillità. Per quanto possa ricordare, erano rare le volte che mio padre tornava abbastanza lucido da poter giocare con lui. Quando avevo sette anni, però, mio padre morì e le cose andarono ancora peggio. Mia madre non aveva un lavoro, non avevamo più lo stipendio di mio padre a sostenerci, passammo un momento molto brutto. Non avevamo più i soldi per fare la spesa ed io stetti due settimane a mangiare pane, acqua e zucchero: alla fine di questo tempo andai da mia madre e le dissi: ” mamma, ho mal di pancia, forse ho bevuto troppa acqua”….ma mia madre sapeva bene che avevo fame; per un periodo andammo a chiedere l’elemosina, raccoglievamo la verdura nelle cassette che gettavano via dai mercati quando chiudevano.
Ad un certo punto dei vicini si interessarono a noi ed offrirono a mia madre di fare dei lavori domestici a servizio e lei accettò. Non era facile tirare avanti così; pensare ai miei bisogni di ragazzino e al lavoro era troppo per lei, per cui doveva lasciarmi spesso da qualche vicino di stanza nella pensione. A volte andavo con lei ma più spesso non potevo e, pur non desiderando farlo, doveva lasciarmi.
Fu allora che accadde quello che non dovrebbe mai accadere ad un bambino. Giocattoli e inganno fecero di me la vittima di un abuso sessuale. Ero piccolo e non capivo le manovre di chi, tra l’altro, metteva dell’alcool nelle mie bibite con l’intento di stordirmi e quindi soggiogarmi. Fu un’esperienza terribile che segnò profondamente la mia vita, soprattutto per la grande confusione che seguì dopo la scoperta dei fatti da parte di mia madre. Immaginate un bambino di sette anni sballottato tra visite mediche in ospedale, dove passai due mesi per disintossicarmi dalle droghe che mi mettevano per stordirmi insieme all’alcool, e colloqui con la polizia.
Questi m’interrogavano su quello che era successo, così anche gli assistenti sociali, e poi la stessa polizia cominciò a controllarmi quando uscivo da scuola. Gli altri bambini e i loro genitori guardavano il tutto con sospetto perché non sapevano quello che era successo. Tutto era fatto per il mio bene ma ero troppo piccolo per capirlo, per me furono traumi che mi turbarono profondamente. Dopo questi episodi finalmente il Comune ci trovò una nuova casa e dovemmo trasferirci dal centro di Roma alla periferia. Mia madre ne fu entusiasta ma per me, a quell’età, fu un incubo: in un attimo cambiai casa, scuola e amici (anche se non ne avevo molti), un mondo totalmente nuovo per me. Tornai a scuola, mia madre continuò a lavorare ed ecco che il problema di lasciarmi si ripresentò.
Trovandomi solo, iniziai a muovermi indipendentemente ma, dove potevo andare alla giovane età di otto anni quando non conosci nessuno, quando tutto intorno a te è nuovo e dopo tutte le esperienze passate? Ma le cose andavano così e mi dovetti adeguare. Il tempo passava. A quindici anni avevo nuovi amici e stavo crescendo in fretta, troppo in fretta. Cominciai a frequentare un gruppo di amici sbagliati e a fare con loro cose sbagliate ma questo non mi interessava né mi preoccupava. La mia vita fino a quel momento non era stata stabile e i ricordi, i sentimenti di rabbia e rancore che mi portavo dietro dal passato non mi aiutavano e così iniziai a spacciare droghe e a rubare macchine.
Divenni cattivo! Picchiavo anche mia madre! Una volta tentai anche di ucciderla facendola investire da una macchina, e per questa ragione passò quattro mesi in ospedale. Se c’era una rissa, c’ero pure io. Spesso non tornavo a casa e andavo a dormire alla stazione Termini di Roma; mi stavo distruggendo senza accorgermene! Mia madre, da parte sua, era già distrutta non solo nel fisico ma anche nello spirito per il dolore che le causava vedere suo figlio perdersi su una strada scelta male. Cominciò a cercare aiuto, perché da sola non sarebbe mai riuscita a sistemare le cose ma in questo suo darsi da fare non si rivolse mai a Dio. Credeva che esistesse ma non lo aveva mai cercato con il cuore e tanto meno lo pregava, perché ha sempre cercato di farcela con le sue forze.
L’orgoglio, a volte, è il nostro peggior nemico. Viene però il momento in cui ti accorgi di non poter fare niente da solo o con l’aiuto degli esseri umani e cerchi qualcuno che possa cambiare una situazione ormai irreparabilmente compromessa.
Iniziò a guardare al cielo per cercare una via d’uscita concreta; dopo aver letto alcuni brani della Parola di Dio, permise finalmente al Signore di operare nella nostra famiglia. Dio non si fece aspettare perché mantiene sempre la Sua Parola. Una signora, ora sorella in Cristo, che era venuta a conoscenza della nostra situazione familiare e che frequentava una chiesa evangelica situata vicino casa nostra, venne a trovarci. Iniziò a parlare del Signore a mia madre dicendole che solo Lui poteva cambiare la nostra vita. Mamma, favorevolmente toccata da quelle parole, cominciò a frequentare le riunioni di culto e il Signore raggiunse il suo cuore. Successivamente si convertì all’Evangelo e accettò il Signore come personale Salvatore.
(Questo significa avere con Dio un rapporto più emozionante e coinvolgente di quello che si può avere con il nostro migliore amico).
Quando rientravo a casa tardi, vedevo quello che stava accadendo nella vita di mia madre; la trovavo che pregava per me affinché Dio mi cambiasse. A me non interessava niente né di Dio né di lei ma quelle lacrime, quel comportamento e quella costanza nella preghiera iniziarono a commuovermi. Senza che io lo sapessi, Dio aveva iniziato, nella mia vita, un lavoro di ricostruzione che avrebbe portato a termine, perché Egli è fedele (Filippesi 1:6) “Essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo”. Io comunque continuavo per la mia strada, avevo trovato i miei spazi e avevo anche acquisito un certo potere. Non mi interessavo di niente e di nessuno, finché una sera… .
Incappai nell’ennesima rissa ma questa volta presi una coltellata non grave all’addome; poi fui portato dai Carabinieri in camera di sicurezza e ci rimasi per tutta la notte. Non scendo nei dettagli per non dilungarmi troppo ma fu una tappa certamente brutta e importante perché ebbi modo di riflettere sulla mia vita e di capire, in che razza di situazioni mi ero cacciato. Grazie a Dio, dopo quella brutta avventura, tornai a casa e i fatti di quella notte non ebbero grosse conseguenze ma ci pensai molto e ancora adesso, se rifletto su come sarebbe potuta finire con quel coltello, mi vengono i brividi! Il tempo passò.
Una sera, fra le rare sere in cui stavo a casa, suonò il campanello, andai ad aprire: era un signore mai visto prima che abitava lì vicino e che era venuto a chiedermi se volevo andare a lavorare con lui. Faceva l’imbianchino e aveva bisogno di personale. Io non avevo mai pensato di lavorare: era l’ultima cosa a cui avrei mai pensato ma per chissà quale motivo dissi: “Va bene, ci vediamo domani!” (ora capisco cosa mi spinse ad accettare.)
L’ indomani mi alzai presto per andare a fare la mia prima esperienza di lavoro ed era proprio lì che il Signore aveva preparato tutto: con me lavorava un giovane cristiano, un credente, che iniziò a parlarmi del Signore Gesù e del messaggio di pace, di gioia, della nuova vita che poteva darmi e dell’opera grande che Dio poteva fare in me. Non volevo sentir parlare di Dio, perché ne avevo passate troppe! La mia vita era caduta troppo in basso e, soprattutto, non credevo ma quelle parole, man mano che passava il tempo, mi ritornavano in mente.
Rivedevo il mio passato, consideravo le parole che mi diceva quel ragazzo e rivedevo tutto il passato, avevo raggiunto il limite! La mia mente stava scoppiando, non riuscivo più a capire cosa fosse o non fosse giusto fare ma sapevo di dover prendere una decisione, perché l’unica cosa certa era che, se avessi continuato su quella strada, non avrei trovato niente di buono. Così una sera, tornato dal lavoro, decisi di accettare l’invito di mia madre di andare in chiesa ma preferii andarci da solo. Non volevo che la gente mi vedesse con mia madre per uno strano senso di vergogna o, forse, di orgoglio.
Stranamente, prima di andare in chiesa, fui spinto a prendere la Bibbia e me ne meravigliai, perché non l’avevo mai letta. Mentre camminavo, iniziai a ripercorrere mentalmente la mia vita, pensai a tutto ciò che mi era successo, a quello che avevo fatto e non vedevo come Dio avrebbe potuto cambiare la mia vita; nonostante ciò feci una piccola preghiera, mentre camminavo: “Signore, se veramente esisti e puoi cambiare la mia vita, aiutami perché non ce la faccio più.” Non avevo nemmeno finito di dire quelle semplici parole che sentii una presenza meravigliosa scendere dentro di me.
Non riuscivo a capire cosa fosse esattamente ma fui riempito da una gioia immensa e di una pace che fino a quel momento non avevo mai sentito e iniziai a piangere come un bambino. La gente mi guardava ma non mi interessava cosa potesse pensare. Compresi subito, anche se non l’avevo mai sentita, che quella era la presenza di Dio e che era cominciato qualcosa di nuovo dentro di me! Arrivai in chiesa e il pastore predicò sull’amore di Dio, sulla morte del Suo Figliuolo per i nostri peccati, sul modo in cui Egli avrebbe fatto un’opera meravigliosa in tutte le persone. Sembrò, quella sera, che la Parola del Signore fosse indirizzata solo a me. Da quella sera il Signore rivoluzionò la mia vita in modo incredibile! Non solo mi cambiò in un istante ma mi sentivo una persona nuova. Finalmente, a diciotto anni, compresi che qualcuno mi pensava e mi amava veramente.
Smisi di fare le cose sbagliate, tornai dai miei vecchi amici e parlai loro del Signore, raccontai come mi aveva cambiato e come poteva cambiare anche la loro vita! Sapete, non era facile uscire dal giro in cui ero, chi ci aveva provato prima aveva rischiato di brutto, persino la vita. In quel giro ho fatto e visto cose brutte, persino un amico di 15 anni è morto, per overdose, nelle mie braccia. Ora con l’aiuto del Signore mi ritrovai fuori e libero senza neanche rendermi conto di come aveva fatto.
Dio è grande! Il mio modo di vivere cambiò totalmente e ora, a trent’anni, ho una splendida famiglia, sono sposato, ho due bellissime bambine e una moglie stupenda. Il Signore mi ha fatto ritrovare con fratelli e sorelle di sangue di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza. Ero convinto di essere nato figlio unico, invece siamo in quattro e ci siamo tutti ritrovati dopo diversi anni. Il Signore ha ricostruito completamente la mia vita trasformandola e mi ha liberato dagli incubi del passato che mi tormentavano, da quelli su mio padre a quelli sulla violenza subita. Prima, quando gli incubi riaffioravano, mi alzavo di scatto nella notte e piangevo impaurito ma Dio li ha cancellati tutti come se quei tristi eventi non fossero mai accaduti.
La cosa più grande è che mi ha dato la certezza di vivere una nuova vita in Lui, per Lui e con Lui. I problemi e le difficoltà non mancano e non mancheranno ma ora ho la certezza che il Signore non lascerà sola nostra famiglia. Che tipo di problema o di periodo triste stai passando? Qual è il tuo stato d’animo? Forse pensi che Dio non possa fare niente per te e che la tua vita sia senza speranza? Io ti dico con certezza che Egli può fare ogni cosa e che in questo istante. Egli ha posato il Suo sguardo su di te e non aspetta altro che tu possa rivolgerti a Lui con tutto il tuo cuore. CercaLo con tutte le tue forze, con tutta la tua anima.
Grida a Lui, non ti vergognare, non aver paura, non pensare che Dio sia tanto lontano da te, da non interessarsi alla tua situazione. CercaLo e vedrai la Sua gloria manifestarsi in te e nella tua vita, qualunque sia la tua condizione, Egli può cambiarla. Dio conosce il tuo cuore più di ogni altra persona, lo conosce più di quanto non lo conosca tu stesso, conosce il tuo dolore e i tuoi bisogni. DedicaGli un minuto del tuo tempo e credi. Vedrai, non te ne pentirai. Scoprirai un Dio grande, un Dio potente, che può fare ed operare al di là di ogni nostra immaginazione. Dio ha restaurato la mia vita e può farlo anche con te; se gli darai la possibilità di agire aprendo il tuo cuore! Sono 20 anni che ho accettato il Signore come mio personale Salvatore. Ho fatto la mia scelta e la rifarei mille volte.
Ora sta a te scegliere… non far passare altro tempo; anche in questo istante Dio può cambiarti e salvarti, donandoti la gioia della salvezza. Dio ti benedica. (Atti 16:31) ”Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua”.