Il numero sette secondo la Bibbia
I cristiani hanno sempre usato, la Bibbia, come guida indiscussa per la loro vita; ogni suo dettame e ordinamento ha caratterizzato il comportamento e la loro esistenza.
Per questa ragione, riuscire a mettere in discussione la sua veridicità significherebbe far crollare un punto di riferimento determinante.
Quante volte abbiamo sentito affermazioni del genere: “dopo tutti questi anni, chissà quanti cambiamenti avrà subìto la Bibbia”, “possiamo essere sicuri della autenticità della bibbia?”, oppure, “chi ci dice che essa sia veramente ispirata? ”.
Certo umanamente un ragionevole dubbio potrebbe avere luogo, ma si sottovaluta la straordinaria capacità di un Dio meraviglioso nel poter vegliare su di essa, affinché nulla le possa essere tolto o aggiunto. Sebbene la Bibbia debba essere accettata per fede, e ogni sua affermazione debba essere creduta con tutto il cuore, la Sacra Scrittura nel corso dei secoli ha dato dimostrazione di essere degna di tale accettazione. I numerosi campi in cui essa spazia, come l’astronomia, la medicina, l’archeologia, la storia ecc., hanno sempre confermato la sua attendibilità e addirittura è stata spunto di ricerca per i vari studiosi.
Tuttavia nel 1890 venne alla luce una straordinaria e alquanto bizzarra scoperta.
Un giovane critico letterario, della prestigiosa Università di Harward, fu attratto da alcune curiose combinazioni matematiche presenti nella Bibbia. Questo scoperta causò una lunga e lenta ricerca nei meandri delle sacre scritture.
La lingua in cui fu scritto il vecchio testamento e il nuovo sono rispettivamente l’ebraico e il greco ed entrambi sono costituite da un alfabeto che è definito alfanumerico. Poiché ad ogni lettera corrisponde un numero specifico, una parola è trascrivibile in un numero esclusivo. Con enorme pazienza si mise a trascrivere tutte le parole in numeri e con grande meraviglia risultò che la scrittura era legata da un particolare denominatore: il sette.
Scoprì che questo numero, o i suoi multipli, ricorrono innumerevoli volte, più frequentemente di qualsiasi altro numero in ogni frase, in ogni paragrafo, in ogni capitolo, o libro dell’intera scrittura.
Per dare un esempio, prendiamo il primo versetto della Genesi: “Nel principio Iddio creò i cieli e la terra”.
Questo verso in ebraico è composta da sette parole ciascuna delle quali ha il suo valore numerico, questo è la risultante dalla somma del valore numerico di ogni lettera:
תישארב 913 (400+10+300+1+200+2) Nel principio ארב 203 (1+200+2) creò םיהלא 86 (40+10+5+30+1) Dio תא 401 (400+1) Articolo non traducibile םימשה 395 (40+10+40+300+5 ) i cieli תאו 407 (400+1+6) e ץראה 296 (90+200+1+5) la terra |
È stupefacente come in questo breve versetto, il numero sette con i suoi multipli ricorra in decine di strane combinazioni. Ecco solo alcuni esempi:
- Le parole sono precisamente 7.
- Vi sono tre importanti vocaboli in questo primo versetto: Dio, cieli, terra. Il risultato numerico di questi tre termini sono 86, 395, 296. La somma è per l’appunto 777, quindi divisibile per 7 = 111×7.
- Il numero delle lettere di queste tre parole (Dio, cieli, terra) è esattamente divisibile per 7 = 14 (2×7).
- Il numero delle lettere delle quattro rimanenti è divisibile per 7 = 14 (2×7).
- Il numero totale delle lettere ebraiche in questa frase di sette parole è divisibile per 7 = 28 (4×7).
- Le prime tre di queste sette parole ebraiche contengono il soggetto e il predicato della frase: “Nel principio Iddio creò”. Il numero delle lettere di queste tre parole ebraiche è esattamente 14 (2×7) , quindi divisibile per 7.
- Le altre quattro parole che contengono l’oggetto della frase: “i cieli e la terra”. Il numero delle lettere di queste quattro parole ebraiche è anch’esso 14 , quindi divisibile per 7 = (2×7).
- Il valore numerico del verbo “creò” è 203 , quindi divisibile per 7 = (29×7).
Il numero sette è associato alla perfezione di Dio, nella scrittura occupa un posto significativo e
ricorrente.
Un esempio lo si può cogliere in un verso dell’apocalisse: “Poi vidi ritto, in mezzo al trono e ai quattro esseri viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello come ucciso, il quale aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette Spiriti di Dio mandati per tutta la terra”.
Ma questa scoperta è particolare perché è nascosta nella Parola, è intessuto nella sua struttura come la filigrana che in una banconota garantisce la sua autenticità; sono come il marchio impresso in rilievo sulle carte d’identità. Essi difendono la Bibbia da ogni errore e contraffazione. Dio, pur rispettando la libertà di espressioni degli scrittori, ha confermato la Sua Parola in modo meraviglioso, senza che essi ne fossero consapevoli.