Avrete sicuramente sentito dire che “il denaro è la radice di ogni male!”, perché questo è quello che vuole farci credere il diavolo, ma in realtà questa è una bugia, infatti la Bibbia non dice che “il denaro” è la radice di ogni male bensì lo è “l’amore per il denaro!”.
Non è quello che possiedi che preoccupa Dio, ma ciò che possiede te! La società di oggi è legata infatti alla realtà di questa affermazione. Non vieni più giudicato secon-do quello che sei ma in base a ciò che possiedi.
Le persone oneste, giuste e pure non sono più considerate virtuose, ma pietre d’in-ciampo per chi cerca di raggiungere la fama. L’amore per il denaro è definito inoltre come una radice, infatti essa scende in profondità, prende possesso e nutre conti-nuamente la sua pianta. Più la radice scende in profondità, più diventa forte e più è difficile sradicare l’orri-da pianta che produce.
L’amore per il denaro produce così il suo primo frutto: farti deviare dalla fede. E’ difficile infatti stare vicini al Signore dell’universo che prova però disgusto per le pas-sioni terrene, quando si è motivati dal desiderio di possedere.
Possiamo permettere comunque a Dio di inondarci e di cancellare, una volta per tutte, gli errori delle cose a cui siamo attaccati, solo così Lui potrà afferrare la pianta malvagia dell’avidità e toglierla via dal terreno delle nostre vite insieme alle sue ra-dici e al resto.
Ma se non permettiamo a Dio di operare, non ci rimangono che dolori e l’avidità prenderà il possesso delle nostre vite. Questa è la causa maggiore del divorzio, della dipendenza dall’alcool, dagli psicofarmaci, delle malattie cardiache, delle ulcere, del-le condizioni nervose e di tanti altri “dolori” del genere.
Infatti questo potente “roditore”, corrode il nostro “recinto protettivo” con l’avidi-tà, l’egoismo, la cupidigia, l’invidia, il materialismo, la vanità e l’egocentrismo. Ripeti ora queste parole credendo fermamente in ciò che affermerai: “Padre Dio, vengo a te nel Nome di Gesù. Perdona la mia incredulità. Mi pento. Prometto di alimentare la fede e di far morire i miei dubbi, li metto tutti sull’altare della fiducia. Aiutami, Signore. Cos’ sia. Amen!”.