Esistono centinaia e centinaia di religioni, alcune ormai scomparse, altre di minoranza e altre diffuse a livello globale. Hanno un filone filosofico, monoteistico, politeistico, pseudo cristiano, esoteriche, ecc. La religione soddisfa un bisogno primordiale dell’uomo di speranza, di regole, di certezze per sopportare la consapevolezza dei propri limiti; primo fra tutti la morte. Tuttavia potrebbe esserci un limite forse più inquietante della morte: cioè la vita stessa, con riferimento alle forme ed alle modalità con cui si determina e si evolve. In un marasma tale, qual è la verità? Dove trovarla? Chi ha ragione?
Per Freud il sacro era sostanzialmente una grande illusione, una maschera di nevrosi; “un narcotico con cui l’uomo controlla la sua angoscia ma ottunde il suo cervello.
Per Marx era maschera di conflitti economici; “l’oppio dei popoli” utilizzato dal capitalismo, in costante connubio col potere religioso, per sopraffare il proletariato.
Per Feuerbach rappresentava un’alienazione mediante la quale l’uomo proietta fuori di sé un Ego positivo che non ravvisa in se stesso.
Per Nietsche era la grande menzogna, svelata con la scoperta della “morte di dio”.
Per Gesù Cristo la religione è una conoscenza e relazione diretta con il Padre, per mezzo del Figlio stesso.
Dio ha messo nel cuore dell’uomo il pensiero dell’eternità, un spirito capace di proiettarsi per l’appunto verso lo spirituale, un’insita ricerca del divino. È quasi un pezzo mancante che solo Dio può riempire, una mancanza di pace che Egli solo può appagare. Ogni domanda dell’uomo intorno a Dio troverà la sua risposta in Lui solo.