Gli anni ‘60 e ‘70 hanno segnato una vera e propria rivoluzione nel campo della moda; sono gli anni delle lotte politiche e del movimento pacifista, della guerra in Vietnam e della legge sul divorzio in Italia: quel periodo segna un profondo cambiamento negli usi e costumi della società occidentale e vede i giovani in prima linea in un processo di rinnovamento.
È in quegli anni che Orlando nasce in un paesino della provincia di Cosenza (Domanico). Alcune situazioni familiari fanno sì che egli si ritrovi spesso da solo, il padre emigrato in Germania per lavoro è una figura lontana ed assente nella sua vita: mentre Orlando, ormai uomo, racconta la sua storia, dice: “Non ricordo di averlo mai chiamato papà”. Sua madre, con sei figli cui badare, è costretta a lavorare e il tempo per dare affetto ad Orlando adolescente è veramente poco. La sua casa è la strada e la sua famiglia gli amici del quartiere.
Vivendo in questo modo, fu facile preda dell’anarchia e di una sfrenata ricerca di situazioni che potessero in qualche maniera colmare il vuoto e il bisogno del suo cuore; gli mancò fortemente tutto ciò che una famiglia può e deve dare ad un ragazzo e ciò caratterizzò la sua personalità e spesso le sue scelte.
Mentre era ancora dodicenne, una forte passione segnò la sua vita per diverso tempo: uno dei suoi tanti amici portò all’interno del gruppo uno strano attrezzo: i pattini a rotelle che proprio in quel periodo erano i preferiti fra i giochi dei ragazzi italiani.
Appena vide quei pattini, cominciò a provare e riprovare lanciando una sfida a se stesso: il suo unico obiettivo fu riuscire a pattinare. Quest’amore crebbe in lui fino al punto che nello zaino non portò più i libri ma i pattini. Il piacere che Orlando provava quando correva su quelle rotelle era come una droga, esse gli rubavano il tempo, per lui non esisteva altro che pattinare. Ovviamente il suo rendimento scolastico scese notevolmente e ciò causò la bocciatura con conseguente perdita dell’anno. Quest’ultima esperienza fu profondamente traumatica per lui, vedere i suoi compagni in un’altra aula e pensare di dover ripetere l’anno suscitò grande rabbia. Da quel momento fu determinato a non essere mai più bocciato, non s’impegnò nello studio ma escogitò un sistema col quale ingannare i professori: grazie alla sua scaltrezza e furbizia, affinate per l’esperienza sulla strada, riuscì a far credere loro di essere meritevole di promozione. In questo modo terminò i suoi studi, diplomandosi come perito elettrotecnico. Nel frattempo, praticando ampiamente il pattinaggio, Orlando iniziò a viaggiare in lungo e largo per l’Italia per gareggiare a livello nazionale con una squadra di hockey di serie “B” partecipando ad un campionato.
La vita di Orlando sembrava tutto sommato tranquilla e normale: in realtà egli conduceva una doppia vita: da una parte era uno sportivo impegnato e motivato a fare sempre meglio, dall’altra parte frequentava un gruppo di amici ribelli, estremisti e anarchici, il cui piacere consisteva nell’essere contro tutto e tutti e nel protestare: la loro vita era improntata all’assoluta libertà, il modo di vestire fuori dalla moda comune, avevano una loro piazza come posto di ritrovo per non uniformarsi alla massa, un modo tutto loro d’intendere la vita, erano fieri della loro diversità e, a volte, facevano alcune cose solo per il gusto di sentirsi fuori dal coro; ovviamente nei loro incontri non mancavano lunghi discorsi, alcool, spinelli e altri tipi di eccessi.
Per un certo periodo Orlando riuscì a conciliare lo sport con la vita sregolata ma nel tempo il fisico cominciò a risentirne e le prestazioni sportive calarono; per fronteggiare lo sforzo delle gare, Orlando fu costretto a fare uso di anfetamina.
Aveva cercato e creato un ambiente che potesse soddisfare e colmare il vuoto prodotto dalla mancanza di una vera famiglia unita. Nonostante che gli piacessero le situazioni che viveva, condividesse gli stessi ideali con i suoi amici, era comunque desideroso di evadere e sperimentare qualcosa di nuovo. Egli aveva fatto del valore dell’amicizia il suo punto di forza, in particolare aveva condiviso con un amico diverse esperienze viaggiando. Si conoscevano dai tempi della scuola, avevano fatto il militare insieme e progettato di cambiare città per rincorrere il sogno di libertà e indipendenza ed avere nuovi orizzonti da scoprire ed emozioni da vivere.
Questo carissimo amico, però, partì lasciandolo da solo a Cosenza, fu un tradimento che lo segnò profondamente; ancor oggi Orlando, quando racconta questa storia, lascia trasparire il ricordo di vecchie delusioni, rivive i momenti salienti della sua vita: le delusioni di suo padre, l’incapacità della madre e l’abbandono degli amici. Egli dice: “Ero rimasto completamente solo.”
Durante questa fase della sua vita Orlando ebbe una relazione tumultuosa con una ragazza di età più piccola rispetto alla sua, si lasciavano e litigavano spesso ma poi erano sempre insieme. Appena ella ebbe compiuti diciotto anni, decisero di sposarsi anche senza il consenso dei genitori, così pensarono di celebrare un matrimonio civile di nascosto da tutti. Per tutto il periodo delle pubblicazioni in Comune ebbero una grande preoccupazione di essere scoperti. Trascorso il tempo prescritto, però, si sposarono e fuggirono in un’altra città. Con qualche soldo che avevano da parte vissero in albergo e mangiarono al ristorante per un bel periodo ma il danaro finì presto e cercarono lavoro senza successo. Così provarono la strada della riconciliazione con i genitori di lei, che raggiunsero facilmente, e alla fine ritornarono a casa.
A questo punto la sua esistenza avrebbe dovuto ritrovare un equilibrio, una pace e una serenità ormai perduti ma non fu così perché Orlando era schiacciato dal peso del lavoro, perciò il nervosismo, l’ansia ed una subdola insoddisfazione presero sempre più spazio nel suo cuore. Il giorno lavorava ma la sera aveva bisogno di evadere e quindi era sempre con gli amici in piazza, nelle birrerie e in vari locali, faceva sempre uso di spinelli e alcool e se la moglie non era disposta a seguirlo andava lo stesso.
Fu proprio in una di queste innumerevoli volte, mentre era in piazza in attesa che gli amici arrivassero, che fu folgorato da un forte pensiero: “È mai possibile che, per avere pace, io debba sempre creare una situazione che produca piacere, non potrei averla a prescindere da ogni cosa? Dio esiste e, se esiste, dové? Così cominciò a chiedersi cosa potesse fare la religione per lui e come mai i religiosi che conosceva non avessero nulla da poter dare: capì che Dio non è nelle chiese e pensò che gli sarebbe piaciuto conoscerlo. Dopo qualche giorno trovò, a casa, un libro, che era stato donato alla moglie, il cui titolo era: “Forza per vivere”. Disse fra sé: “Ci vuole davvero tanta forza per vivere”. Il libro conteneva le storie di dieci persone di culture diverse e di estrazioni sociali differenti che avevano in comune il fatto di aver incontrato Dio e di aver potuto conoscere la Sua volontà attraverso la lettura della Bibbia. Fu allora che Orlando decise di procurarsene una. Aveva letto le Sacre Scritture solo per contendere con i sacerdoti mentre frequentava la scuola ma ora ricominciò la lettura con l’interesse di scoprire Dio. Nacque in lui un forte desiderio di conoscere ed investigare le profondità di Dio ma aveva vergogna di farsi vedere dagli amici e non sapeva da dove iniziare. Essendo stato un ribelle contro tutti e tutto, non aveva il coraggio di farsi vedere in una chiesa o far sapere che in qualche modo cercasse Dio. Pensò allora di tagliarsi i capelli poiché li portava molto lunghi e di fare crescere la barba creando così una sorta di camuffamento. Il modo più giusto per iniziare gli sembrò quello in andare in una chiesa, magari in periferia, dove nessuno avrebbe potuto riconoscerlo. Dopo la messa andò dal frate celebrante e gli chiese: “Come posso incontrare Dio?” Egli sbigottito, gli rispose: “Continua a venire a messa, prega, recita il Rosario e non preoccuparti che Dio si farà trovare. Non era la risposta che cercava, non voleva una religione ma una relazione reale con Dio così se ne andò deluso con il pensiero di rivolgersi a qualcun altro. Trascorso qualche giorno, mentre girava con la sua bici, fu attratto dal suono di una chitarra elettrica e di una batteria, si avvicinò non pensando di trovarsi in una chiesa; con molta titubanza entrò e vide tanta gente con le mani alzate che pregava. Dopo qualche minuto un uomo lesse un brano di Scrittura e disse: “Se c’è qualcuno che non conosce Dio, Egli è pronto a farsi trovare. Se tu riconosci di aver violato la Sua legge pentendoti, Egli è pronto a rivelarsi al tuo cuore, è sufficiente che tu lo chieda”. In un certo senso era ciò che stava cercando ma era pieno di dubbi e recalcitrante; anche se non totalmente convinto, fu coinvolto in una preghiera e quell’uomo che aveva predicato gli si avvicinò e, imponendogli le mani, disse: “Lego ogni spirito che fino a questo giorno ha legato la mente di questo giovane”.
Orlando se ne tornò a casa con qualcosa nel cuore, percepiva la realtà in maniera piacevole, in modo diverso, provava una pace che non aveva mai goduto, era pervaso da un senso di leggerezza. Il giorno successivo, mentre era al lavoro, inaspettatamente cominciò a sentire l’amore di Dio per la sua vita e verso gli altri, sentiva amore per le persone con le quali aveva litigato e lentamente si convinse dell’esistenza di Dio. Questa esperienza però durò solo una settimana, perché una mattina si risvegliò e fu invaso nuovamente dall’ansia, dalle preoccupazioni e quel senso di pace era svanito nel nulla. Fu molto deluso e non riusciva a spiegarsi perché sembrasse tutto finito. Aveva semplicemente gustato ciò che Dio poteva fare per lui, aveva assaporato il piacere di avere relazione con il Signore ma gli mancava una decisione personale.
Ritornò nella chiesa, dove questa esperienza straordinaria era iniziata con la speranza di capire meglio cosa Dio volesse. Partecipò ad alcune attività della comunità compresa una campagna di evangelizzazione in piazza. Ciò consisteva in una serie di riunioni, dove la gente raccontava, testimoniando, su come aveva incontrato Dio, qualcuno cantava e altri meditavano la Bibbia, tutte le sere si ripeteva questo invito a permettere al Signore di entrare nella vita di ciascuno. C’era qualcosa che lo frenava ma un giorno da solo fece una preghiera, si inginocchiò e disse: “Se tu esisti, se tu puoi cambiarmi, se puoi rivelarti e cancellare tutto ciò che ho fatto di sbagliato, io sono qui e ti do la mia vita”. Era ciò che il Signore voleva e che Orlando cercava, fu così che Dio entrò nel suo cuore con forza e potenza, colmando il suo vuoto e portando una pace duratura. Fu trasformato nel profondo, si sottomise al volere di Dio e da allora in poi seguì la Sua legge, lui che era stato un anarchico e un ribelle scoprì che nei sentieri del Padre Celeste c’è prosperità e vita esuberante.
Oggi Orlando è una persona rinata che lavora con entusiasmo nel campo del Signore condividendo con gli altri i doni, le benignità, la pace e la gioia che ha avuto abbondantemente per grazia dal Padre Celeste, a Lui siano l’onore e la lode nei secoli dei secoli. Amen.